Dopo la caduta del potere della città di Ur e della sua dinastia di sovrani, periodo nel quale si fa finire anche la civiltà sumera, dovuta all'invasione di popoli elamiti e amorrei, numerose città della Mesopotamia meridionale (Isin, Larsa, Mari e Babilonia) si spartiscono e si alternano il dominio sull'intera regione.
Testa di sovrano paleobabilonese da Susa (XIX secolo a.C.) Parigi, Musèe du Louvre
Nella città di Isin sale al trono il sovrano Ishbi-Erra (2017 - 1985 a.C.), il quale inizia una guerra contro i popoli invasori che porterà alla cacciata di questi ultimi dalla Mesopotamia meridionale. Il sovrano libera la città di Ur dagli elamiti ed estende i confini del suo regno fin sulle coste del Golfo Persico.
Successivamente alla cacciata degli invasori la città di Larsa si scontra con i sovrani di Isin e nel XIX secolo a.C. li sottomette, inglobando il loro regno ai propri territori.
Successivamente i sovrani della prima dinastia di Babilonia estendono la loro influenza ai territori circostanti la città e sotto il sovrano Hammurabi (1792 - 1750) regneranno su una Mesopotamia unificata. I successori di Hammurabi dovranno combattere e difendere i propri confini dall'ascesa dei Cassiti e degli Ittiti. Il popolo ittita, proveniente dall'entroterra anatolico, invaderà infine Babilonia, la saccheggerà e deprederà il suo santuario principale, dedicato al dio Marduk. Intorno al 1595 a.C. i Cassiti, approfittando del caos lasciato dal popolo ittita, conquisteranno Babilonia e tutta la regione meridionale della Mesopotamia
Architettura
Lo sforzo edilizio dei sovrani di questo periodo è rivolto soprattutto al restauro e all'ampliamento di vecchi edifici di epoche precedenti.
L'edilizia religiosa amplia e modifica i canoni ideati nella tradizione neosumerica: tre ambienti riservati al personale del tempio, posti trasversalmente all'asse principale, che sono di introduzione ad un'ampia corte centrale, la quale a sua volta introduce a un'antecella e alla cella vera e propria del santuario, dove vi è posta la statua della divinità adorata nel complesso religioso, mentre nel perimetro del tempio si sviluppano numerosi vani minori. Esternamente le mura degli edifici religiosi erano decorati con contrafforti e lesene, tipologia ripresa dalla tradizione sumerica di decorare le mura degli edifici cultuali.
Statuaria
La statuaria di questo periodo è ad oggi scarsamente documentata sia sul piano delle fonti antiche sia dai ritrovamenti archeologici, i quali hanno riportato alla luce solo parti frammentarie e spesso al di fuori dei loro contesti originari.
Gli esemplari più antichi a noi pervenuti giungono dalla città di Eshnunna e possiedono una struttura volumetrica molto piatta, del tutto simile a quella riscontrata nella precedente arte neosumerica: sopracciglia unite a lisca di pesce, capelli uniti e divisi equamente sulla fronte, tiara del tutto simile alle sculture di Gudea di Lagash, baffi incisi
Rilievo
In questo periodo si assiste alla diffusione di stele che raccolgono varie sentenze giudiziarie, affiancate alle tradizionali stele evocanti vittorie, guerre e costruzioni cultuali.
Gli scultori delle stele prediligono un modellato accentuato con superfici tonde e un marcato realismo delle figure rappresentate.
La stele più nota del periodo paleobabilonese è il codice di Hammurabi, proveniente da Susa e ora conservato a Parigi al Museo del Louvre.
Il rilievo in pietra celebrativo dei sovrani è affiancato dal rilievo coroplastico, rappresentante le divinità del pantheon mesopotamico.
Glittica
La glittica paleobabilonese eredita lo stile dell'arte neosumerica, ma rielabora i temi delle lotte tra gli eroi e le fiere. La superficie dei sigilli viene arricchita dalla realizzazione di esseri mitologici e si assiste alla quasi totale sostituzione delle fiere, capovolte e abbattute dall'eroe, con le raffigurazioni di capridi, anch'essi assoggettati da un eroe nudo e con lunga barba[1].
L'iconografia presente nei sigilli reali mantiene la scena d'introduzione o intercessione riscontrabile nel periodo precedente, attuando però alcune modifiche stilistiche e iconografiche: le figure divine non vengono più rappresentate sedute ma stanti, di dimensioni maggiori al fedele e con offerte poste dietro a questo, con una gamba appoggiata sopra una testa di leone, uno sgabello oppure una montagna; inoltre vengono introdotti simboli che ne permettono l'identificazione.
Le divinità maggiormente rappresentate sono Ishtar e Shamash